Cultura

UniTre, focus su Buzzati tra la realtà e l’inquietudine del vivere

today31 Gennaio 2020 354

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Un altro coinvolgente incontro dell’università Popolare si è svolto nel pomeriggio di ieri, giovedì 30 gennaio, sempre presso l’aula magna della scuola San Giovanni Bosco. Nell’ambito dei grandi narratori italiani si è parlato di Dino Buzzati, uno dei più grandi scrittori del Novecento. L’evento, coordinato dal presidente dell’Università Popolare, prof. Giovanni Colagrande, ha visto ospiti relatori la prof.ssa Angela Santamaria (docente di letteratura italiana) e Maurizio Pellegrini (attore).

L’incontro, intitolato “Dino Buzzati: oltre la realtà, narrare l’inquietudine del vivere”, si è svolto tra letture e analisi dei testi. Come proposta letteraria sono stati presentai i racconti “La ragazza che precipita” e “I due autisti” – della raccolta “La boutique del mistero” del 1968 –  e una commedia breve intitolata “L’aumento”. Ad introdurci nella trama degli stessi è stato Maurizio Pellegrini, mentre l’analisi è stata curata dalla prof.ssa Santamaria.

Il pubblico presente

Dino Buzzati (1906- 1972) figura poliedrica del Novecento fu scrittore, giornalista, critico, fumettista, librettista, scenografo, musicista, pittore, e poeta. Un uomo che ha vissuto i grandi cambiamenti del Novecento.

Anni significativi – ha spiegato la prof.ssa Santamaria – che lui caratterizza con delle produzioni che sono fuori dalla storia, eppure fa il giornalista. Buzzati si interessa anche di critica in diversi campi; diventa critico letterario, critico musicale, capo redattore, va come inviato speciale durante la Campagna di Etiopia, e nonostante sia immerso nella realtà, lui fa delle scelte letterarie che lo portano fuori dalla realtà”.

Il suo fu un percorso più che prolifero, infatti tra racconti, novelle, romanzi e piece teatrali scrisse ben 180 opere, tra le più conosciute: “Il deserto dei Tartari”.

La prof.ssa Angela Santamaria mentre spiega uno dei racconti

Il primo racconto: “La ragazza che precipita”, ha per protagonista Marta, una diciannovenne, che cade da un grattacielo mossa dal desiderio di arrivare presto alla “festa della vita”. La ragazza osserva la città che brilla sotto di lei e mentre precipita è come se attraversasse una specie di piramide sociale, dove lei non si ferma mai. In questo suo precipitare, Marta, viene superata da altre ragazze che cadono più velocemente di lei. Nel racconto, denso di contenuti anche molto attuali, emerge, oltre al tema della solitudine, il dramma di tante ragazze che bruciano la loro vita inseguendo sogni fasulli. Il grattacielo è il simbolo del progresso, quindi un emblema. La storia è divisa in 4 parti: tramonto, sera, notte e alba; è la dimensione del tempo a rappresentare la vita e quando Marta cade per terra è già vecchia e di lei non rimane traccia.

Nel racconto “I due autisti”, che chiude la raccolta, lo spunto è autobiografico. La storia parte quando muore la madre di Buzzati e, mentre trasportano la donna al cimitero, l’uomo si pone una serie di domande. È il lamento di un figlio pieno di rimorsi, che ripensa a tutte le cose che avrebbe potuto dire alla sua amatissima madre negli ultimi anni di vita, ma non l’ha fatto perché troppo preso dal lavoro. Ma l’uomo si domanda anche di cosa parleranno i due autisti poichè sono loro le ultime due voci umane che sua madre udirà.  

La caratteristica dei racconti di Buzzati – ha osservato la prof.ssa Santamaria – è che parte sempre da una realtà, quindi, tutti i racconti iniziano sempre con una descrizione precisa, puntuale, dettagliata, giornalistica, d’un evento semplice, che poi diventa inquietante”.

Maurizio Pellegrini mentre legge uno dei racconti

Una realtà che alla fine rimane intrappolata in un’aria di mistero; racconti che hanno al centro il tempo e l’uomo che non è mai alla pari del tempo che passa.

Introducendo la commedia amara “L’aumento”, Maurizio Pellegrini ha ricordato la passione dell’autore per il teatro che definiva “una droga” e diceva: “Il teatro è un altro mondo, è una realtà possibile, mi permette di esprimere concretamente ciò che attraverso la scrittura resta affidato all’immaginazione di chi legge.”

Ma nonostante ci abbia provato per molto tempo e i suoi testi fossero stati portati in scena da moltissimi registi, tra cui Strehler, Buzzati non è stato mai riconosciuto come un autore importante.

La commedia breve “L’aumento” risale al 1962. L’autore in modo simpatico, ma di quella simpatia che lascia l’amaro in bocca, attraverso l’opera ci riporta alla memoria i romanzi di Paolo Villaggio nel personaggio del ragionier Fantozzi. Il protagonista in cerca d’un aumento di stipendio, a seguito delle tante lamentele della moglie, incontra il suo datore di lavoro, dal quale viene abilmente raggirato, tant’è che alla fine se ne va contento di aver visto ridimensionato lo stipendio. La proposta letteraria si è svelata interessantissima, ricca di contenuti non lontani della nostra epoca, dove emerge la grande sensibilità e capacita visionaria dell’autore.

Infine, sono state presentate alcune delle opere pittoriche di Buzzati, dove si trovano chiaramente riferimenti a varie correnti come la metafisica di De Chirico, il surrealismo di Dalì e Chagall, l’espressionismo di Munch, ed altri artisti del Novecento.

al centro, tra i relatori, un’opera pittorica di Buzzati del 1952 Piazza del Duomo di Milano

L’Università Popolare invita soci e simpatizzanti al prossimo incontro che si terrà giovedì 6 febbraio alle 17.00.

Silvana Algeo

Scritto da: Redazione Radio Incontro

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